A.T. Fomenko, G.V. Nosovsky
Et-ruschi: il mistero che nessuno vuole svelare

Prefazione

     In questo volume verrà affrontata quella che è una delle «pietre dello scandalo» più accuratamente nascoste dalla versione della storia di Scaligero e Petavius: il cosiddetto «enigma della scrittura etrusca». La civiltà etrusca visse sul territorio italiano molto tempo prima della nascita dell'Antica Roma.

   Nella cronologia scaligera Roma sorge già nell'VIII sec. a.C. Di conseguenza gli storici collocano gli etruschi, che precedettero Roma, in tempi ancora più remoti. Secondo loro gli usi e i costumi di questa civiltà, nonché la loro lingua, oggi sarebbero completamente dimenticati: decifrare le iscrizioni giunte fino a noi risulterebbe «assolutamente impossibile», come del resto ricostruire qualsiasi altra informazione sul loro conto. Tutto ciò che riguarda questo antichissimo popolo sembra essere coperto da un fittissimo mistero, a parte il loro nome: ETRUSCHI. 

  Questa è l'opinione degli storici. Nella Nuova Cronologia, tuttavia, molto inizia ad essere messo in luce. Roma è stata fondata solo nel XIV sec d.C., più di duemila anni dopo la datazione comunemente data dagli storici. La storia della Roma dei Papi inizia ancora più tardi, all'incirca verso la metà del XV sec. (cfr. il volume «Vaticano», G.V. Nosovsky, A.T. Fomenko). Così, secondo la nostra Nuova Cronologia, l'epoca etrusca è in realtà sensibilmente più tarda e si colloca nel XIV-XV sec. 

  Risulta così che gli etruschi vissero sul territorio dell'attuale Italia relativamente poco tempo fa, circa 500 anni: per questo sono molti i monumenti e i reperti etruschi ad essere giunti fino a noi ben conservati, compresi quelli incisi con interessanti iscrizioni, la cui lettura, come verrà dimostrato, spesso non presenta alcune difficoltà. Grazie a eccellenti studiosi del XIX sec., quali S. Ciampi, A.D. Chertkov e F. Volansky, molte iscrizioni etrusche sono già state decifrate. Sono state inoltre stilate tabelle in cui le lettere dell’alfabeto etrusco trovano il loro corrispondente negli alfabeti contemporanei, il che permette di leggere molti testi etruschi. Risulta che questi testi erano scritti IN RUSSO. 

  A onor del vero non tutti i testi etruschi si leggono in russo secondo le tabelle citate. Ce ne sono alcuni che non sono ancora stati decifrati, e che sono probabilmente scritti in un'altra lingua. Possiamo anche supporre che gli etruschi potessero utilizzare diverse lingue. Il dato per noi più significativo è che MOLTE ISCRIZIONI ETRUSCHE SONO EFFETTIVAMENTE IN RUSSO. Anche il nome in sè, «etruschi», significa probabilmente «et-ruschi», cioè RUSSI. È così che si chiamava la popolazione stanziata sul territorio italiano prima della nascita di Roma, prima del XVI sec. secondo la Nuova Cronologia. In altre zone del territorio italiano la popolazione locale potrebbe aver avuto memoria delle proprie origini russe fino ai secoli XVII-XVIII. 

  Non soprende che gli storici della scuola scaligera neghino qualsiasi lettura razionale delle iscrizioni etrusche. In questo vengono certamente appoggiati da numerosi ciarlatani che di tanto in tanto propongono le proprie ennesime vacue intrpretazioni dei testi etruschi. Una questione storica di grande importanza che, come spesso accade, viene ridotta a chiacchiere di poco conto. 

  Il rifiuto della decifrazione della scrittura etrusca elaborata nella prima metà del XIX sec. da C. Ciampi, A.D. Chertkov e F.Volansky è facilmente spiegabile: gli studiosi citati hanno dimostrato che molti testi etruschi si leggono in lingua slava. Per gli storici della scuola scaligera accettare questa lettura equivarrebbe a una sconfitta: comporterebbe per loro dover rivedere completamente tutta la versione della storia antica e medievale. Volendolo evitare non hanno altra scelta se non continuare a ribadire, nonostante l'evidenza: «L'etrusco non è decifrabile e non lo sarà mai, mai, mai!». 

  Nei capitoli conclusivi del libro verranno esposte le opere dello studioso e scrittore russo Aleksey Stepanovich Khomyakov, vissuto all'inizio del XIX sec. Khomyakov non affronta direttamente la questione della lettura dei testi etruschi, ma sebbene fondata su altre considerazioni, nei suoi lavori viene chiaramente esposta la teoria della recente presenza di popoli slavi nell'Europa Occidentale. Le deduzioni di Khomyakov si conciliano perfettamente sia con la decifrazione slava delle iscrizioni etrusche che con la datazione della Nuova Cronologia che ricolloca gli etruschi nel tardo medioevo.

 

A.T. Fomenko, G.V. Nosovsky,
Mosca, gennaio 2010